particolare della vetrata dell'abside della parrocchia foto del papa Giovanni Paolo secondo che incorona la statua della Madonna "La Parrocchia è una casa di fratelli, resa accogliente dalla Carità"
Giovanni Paolo II alla Comunità di Torre Spaccata

Diocesi di Roma
S. MARIA REGINA MUNDI
Padri Carmelitani della Provincia Italiana

[sei in: SPIRITUALITÀ]

PIETRO E PAOLO, PATRONI DI ROMA

iconaIl culto dei grandi Apostoli, Pietro e Paolo, risale alle origini stesse della Chiesa: essi ne furono sempre i protettori e le guide.
Roma deve loro la sua vera grandezza; l'azione provvidenziale di Dio ve li ha condotti entrambi per fare della capitale dell'impero, santificata dal loro martirio, il centro del mondo cristiano.

L’origine di questa festa, come tante altre festività cristiane, si fa risalire all’epoca romana, nell’età pagana.
Una tradizione fa risalire la festa al fatto che il 29 giugno veniva celebrata la fondazione di Roma con una festa in onore di Romolo e Remo.
A partire dall’anno 258 d.C., i cristiani ricordarono i due santi e martiri. Così come i due gemelli allattati dalla lupa erano considerati i fondatori della Roma cittadina, così per i cristiani San Pietro e San Paolo erano i fondatori della Roma cristiana.
Un’altra la fa risalire alla festa dei Diòscuri, Càstore e Pollùce, figli di Giove, che guidarono l’esercito romano alla vittoria nella battaglia al lago Regillo (496 a.C. probabile data).
I Diòscuri per questa vittoria furono considerati i “Patroni” di Roma e fu eretto loro un tempio di cui restano famosissime le tre colonne che ancora oggi si possono ammirare nel foro romano. Proprio per sostituire la festa di questi “Patroni”, i cristiani cominciarono a celebrare nello stesso giorno la festa dei veri “Patroni” di Roma.

Secondo un’antica e consolidata memoria in Via Ostiense, tra gli odierni numeri civici 106 e 108 e a circa trecento metri dalla Basilica di S. Paolo fuori le mura, avvenne l’ultimo fraterno saluto tra Pietro e Paolo, separati, per essere avviati al martirio.
Nel punto dove avvenne, fu, in seguito, eretta una cappella, poi una chiesetta, detta della “Separazione”, che fu purtroppo distrutta durante l’allargamento della via Ostiense, avvenuto fra il 1908 e il 1911; oggi, esiste una lapide posata nel corso dell’Anno Santo 1975 che contiene in pochissime parole il ricordo dell’avvenimento:

“Nei pressi di questo sito / una devota cappellina / in onore del Santissimo Crocifisso /
demolita agli albori del secolo XX / per l’allargamento della Via Ostiense /
segnava il luogo / dove secondo una pia tradizione / i Principi degli Apostoli Pietro e Paolo
vennero separati nell’avvio / al glorioso martirio”

A coronamento di questa lapide un semplice bassorilievo rammenta i due Apostoli nell’atto dell’estremo abbraccio.

incisioneSecondo la tradizione Pietro e Paolo furono entrambi rinchiusi nel Carcere Mamertino, ai piedi del Campidoglio, dove Pietro riuscì a convertire i suoi carcerieri e li battezzò, ma non essendovi acqua in quell’ambiente ipogeo, batté sul terreno e sgorgò una fontanella, che esiste ancora.
San Paolo venne condotto “ad aquas salvias”, nell’attuale zona delle Tre Fontane, sulla Via Laurentina, per essere decapitato; essendo un cittadino romano fu portato, dunque, fino al luogo del martirio e la storia ci tramanda che la sua testa avrebbe battuto tre volte al suolo facendo scaturire, ad ogni caduta, una fonte miracolosa; l’episodio assegnò il nome al luogo e alla chiesa sorta in onore dell’Apostolo.

In realtà, anche se il fatto del martirio è un dato storico inoppugnabile, ed è inoltre storicamente garantito che esso avvenne a Roma durante la persecuzione neroniana, è incerto non solo il giorno, ma persino l'anno della morte dei due apostoli.
Mentre infatti per S. Paolo vi è una certa concordanza di testimonianze antiche per l'anno 67, per S. Pietro vi sono pareri discordi, e gli studiosi sembrano preferire ora il 64, l'anno in cui, come attesta anche lo storico pagano Tàcito, “un'ingente moltitudine” di cristiani perì nella persecuzione seguita all'incendio di Roma.

S. Pietro venne condotto nell’antico circo neroniano che all’epoca insisteva dove ora è Piazza San Pietro, per essere crocifisso a testa in giù; il suo corpo fu composto dai discepoli e seppellito in una tomba in piena terra in quella zona.
La povertà della sepoltura faceva molto contrasto con le tombe dei pagani, anch’esse presenti in quell’area sepolcrale.
In seguito, sull’umile tomba sorse un’edicola, poi, l’Imperatore Costatino, agli inizi del IV secolo d. C., fece costruire una basilica imponente a cinque navate che, purtroppo andò distrutta nel periodo medievale.
Contemporaneamente alla costruzione della Basilica di San Pietro, Costatino fece erigere anche quella di San Paolo che venne distrutta da un pauroso incendio nel 1823; la Basilica esistente oggi è una ricostruzione eseguita quasi subito dopo l’incendio.
Poiché doveva venire eretta esattamente sul sepolcro dell’Apostolo,e siccome questo, secondo le antiche concezioni, non poteva essere traslato, la chiesa dovette essere costruita molto lontana dalla città, ed è per questo che venne chiamata: "San Paolo fuori le mura".

statuaLa festa, o più esattamente la solennità, dei SS. Pietro e Paolo è una delle più antiche e più solenni dell'anno liturgico.
Essa venne inserita nel Santorale (solennità proprie dei santi) ben prima della festa del Natale e vi era già nel secolo IV la costumanza di celebrare in questo giorno tre S. Messe: la prima nella basilica di S. Pietro in Vaticano, la seconda a S. Paolo fuori le Mura e la terza nelle catacombe di S. Sebastiano, dove le reliquie dei due apostoli dovettero essere nascoste per qualche tempo per sottrarle alle profanazioni.

Alla vigilia, nei secondi vespri, che i romani chiamavano familiarmente vesperoni, la statua di bronzo di San Pietro di Arnolfo di Cambio, situata nella navata centrale dell’omonima basilica, era vestita con gli abiti solenni del pontefice. L'amitto, la stola, il piviale rosso, la tiara sul capo e l'anello al dito ed è ancora tradizione ci si rechi a baciare il piede della grande statua.
Nella ricorrenza del 29 giugno il Santo Padre impone il “Pallio” ad alcuni vescovi e metropoliti, nominati in occasione della ricorrenza, simboleggiando così l’unione del supremo Pastore della Chiesa Universale con i più alti capi delle chiese locali.
Il Pallio è una stola di lana bianca riservata, oltre che al Papa stesso, ai patriarchi, ai vescovi e ai metropoliti. Alla confezione del Pallio concorre anche la lana di due agnellini bianchi che il giorno 21 gennaio di ogni anno vengono benedetti nella Chiesa di S. Agnese (la benedizione è attestata dalla metà del secolo XV).
Al tramonto si svolge anche una processione, che ha come particolarità quella di portare una reliquia di San Paolo: la sua catena composta da 14 anelli di ferro, attualmente custodita nella basilica di San Paolo Fuori le Mura.

Link:
Maggiori informazioni sulla storia e le tradizioni legate alla festa
http://civesromanussum.blogspot.com/2007/06/feste-romane-san-pietro-e-paolo.html

Sul Primato di Pietro e la chiesa di Roma
http://www.ratzinger.it/modules.php?name=News&file=article&sid=27
http://apologetica.altervista.org/primati_chiesa_roma.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Primato_di_Pietro
http://www.lucisullest.it/dett_news.php?id=529

Un articolo del prof. Romano Penna su La chiesa di Roma prima di Pietro e Paolo: Aquila, Priscilla e quelli che si radunano nella loro casa...
http://www.gliscritti.it/approf/2007/papers/penna0407.htm

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