particolare della vetrata dell'abside della parrocchia foto del papa Giovanni Paolo secondo che incorona la statua della Madonna "La Parrocchia è una casa di fratelli, resa accogliente dalla Carità"
Giovanni Paolo II alla Comunità di Torre Spaccata

Diocesi di Roma
S. MARIA REGINA MUNDI
Padri Carmelitani della Provincia Italiana
[sei in: PARROCCHIA/pillole di storia]

14 dicembre 1986 - La visita del Papa nel XXV anniversario della Parrocchia

In occasione del venticinquesimo anniversario della sua fondazione, il 14 dicembre 1986, III domenica di Avvento, Giovanni Paolo II visita la comunità parrocchiale di Santa Maria Regina Mundi.
L’incontro con il Pontefice conclude la visita pastorale svolta dal vescovo ausiliare, mons. Giulio Salimei, nelle due settimane precedenti e durante la quale il Vescovo ha incontrato tutti gruppi della parrocchia, guidando la riflessione sull’identità e la vocazione della comunità, in preparazione della venuta del Papa.
E’ la seconda volta che la Parrocchia accoglie il Papa. La prima era stata con Paolo VI che celebrò in parrocchia la S. Messa dell’Aurora nella festa del Natale del 1972.
Ripercorriamo gli avvenimenti di quel giorno riproponendo, quasi integralmente, la cronaca contenuta nell’opuscolo “Il Papa a Torre Spaccata”.

Il benvenuto
Il Papa è arrivato in parrocchia poco prima delle 16, salutato dai numerosi fedeli raccolti nel sagrato della chiesa. Sul portale dell’edificio parrocchiale campeggiava una grande scritta: “Tu sei Pietro”.
Il Pontefice è stato accolto dalle autorità diocesane, dal Parroco p. Lucio Maria Zappatore e dal Padre generale dei Carmelitani, p. John Malley.
P. Lucio, parroco da poco più di un anno, esprime la letizia e la riconoscenza della comunità parrocchiale per poter celebrare il venticinquesimo anniversario insieme al Papa: “Da questo incontro ci auguriamo che esca rafforzata la nostra fede e il nostro sentirci Comunità di cristiani che vivono in Roma, e che hanno nel Papa il loro Vescovo, cioè la loro guida e il loro pastore...”.
Rispondendo alle parole del Parroco, Giovanni Paolo II ha augurato che Maria sia Regina di questo nostro mondo interiore, di questo mondo delle famiglie e anche di questo mondo della parrocchia dedicata al suo nome. [leggi - ascolta]

L'incontro con i piccoli della Parrocchia
Giovanni Paolo II ha voluto incontrare, prima di tutti, i più piccoli della parrocchia. I fanciulli e i ragazzi, riuniti nel cinema parrocchiale a causa del maltempo, lo hanno accolto cantando: “Hai messo dentro di noi un palpito d’amore, di felicità. Per questo noi ti vogliamo bene, siamo tuoi amici...”.
In preparazione della visita del Pontefice, l’oratorio parrocchiale aveva lanciato l’iniziativa “Filo diretto con il Papa”, invitando a scrivere una lettera, una poesia o a fare un disegno che esprimesse la gioia per l’evento. Al Papa sono state lette alcune delle lettere e poi gli è stato consegnato un grosso pacco con tutti i messaggi, le lettere e i disegni pervenuti.
Rivolgendosi ai ragazzi Giovanni Paolo II li ha invitati a cercare Gesù attraverso la formazione, a maturare nella fede per poter essere parte della grande realtà della Chiesa e cittadini di Roma. [leggi - ascolta]

La celebrazione eucaristica
Alle 17,30 circa ha avuto inizio la S. Messa. I chierichetti della parrocchia hanno prestato servizio all’altare; accanto al Papa c’era il diacono Luigi Luconi, cresciuto e formatosi nella nostra parrocchia.
Il coro dell’Associazione dei Piccoli Cantori di Torre Spaccata, ben sistemato nei nuovi scranni di marmo sul presbiterio, dietro l’altare, ha eseguito i canti della celebrazione, appositamente scritti e preparati per la liturgia della III domenica di Avvento. Un’esecuzione corale che ha saputo far partecipare i fedeli alla celebrazione e che lo stesso Giovanni Paolo II ha elogiato durante l’incontro con i giovani.
Nella chiesa erano presenti il card. vicario Ugo Poletti, il vescovo ausiliare mons. Giulio Salimei, i superiori carmelitani p. John Malley (padre generale), p. Mariano Cera (padre provinciale), madre Paolina del Vecchio (madre generale delle Carmelitane delle Grazie), numerosi carmelitani provenienti dai conventi romani e i giovani studenti e novizi.
Tra le autorità civili, erano presenti alcuni rappresentanti dell’Ottava circoscrizione municipale.
L’omelia del Papa è stata tutta incentrata sull’importanza del dialogo come mezzo che avvicina l’uomo a Dio. Sul concludere ha avuto parole di saluto per il parroco e quanti hanno prestato e prestano il loro servizio nella parrocchia: “Rivolgo di vero cuore la mia parola al parroco, padre Lucio Zappatore, che non da molto tempo vi guida verso la via del vero e del bene. A lui il mio apprezzamento per quanto opera con intelligente continuità ed equilibrata innovazione circa l’egregio ministero svolto da quanti lo hanno preceduto. Fra essi mi è caro menzionare il primo parroco, padre Giuseppe Leonardi, che al presente presta servizio preso la Segreteria di Stato”. [omelia - ascolta]
All’offertorio sono stati presentati al Papa vari doni: i chierichetti hanno portato pane e vino; un giovane ha consegnato una “torre spaccata” in coccio; due terziarie carmelitane hanno offerto un cesto con i frutti della terra; i cantori dell’APCT hanno offerto il loro ultimo disco; i rappresentanti del Consiglio pastorale hanno consegnato tre milioni – la cifra che i parrocchiani versano annualmente per il mutuo della chiesa – come aiuto ai fratelli che ancora non hanno una chiesa propria; infine, oltre a un gran mazzo di fiori, anche una copia del Cristo della croce astile posta nel presbiterio della chiesa.

L’incoronazione della statua della Madonna
Momento particolarmente solenne è stato il rito dell’incoronazione della statua della Madonna: Regina del Mondo e Madre del Carmelo. E’ stata voluta per ricordare i venticinque anni della parrocchia a Lei dedicata.
La statua della Vergine, in vetroresina, è somigliante all’immagine della vetrata che fa da sfondo all’abside e che fu donata da Paolo VI.
La corona della Madonna, opera dell’artista Verginelli, è un serto di roselline con incastonate pietre preziose; la corona del Bambino è invece un intreccio di rami d’ulivo, per indicare Gesù Principe della Pace. Le due corone sono state presentate al Santo Padre dal superiore generale dei Carmelitani p. John Malley e dalla superiora delle Carmelitane delle Grazie madre Paolina del Vecchio. Al canto del Salve Regina il Papa le ha poste sul capo del Bambin Gesù e della Madonna: un atto di devozione profonda e gesto di affidamento a Maria, serva del Signore.

Guarda con bontà, Signore, il tuo popolo che, nel porre il diadema regale all'immagine del Cristo e della Madre Sua, riconosce il Signore Gesù re dell'universo e acclama regina la Vergine Maria.
[Preghiera del Papa per l'incoronazione]

L’incontro con il Consiglio pastorale i gruppi parrocchiali
Un insieme di tante comunità: così la parrocchia si è presentata a Giovanni Paolo II. Numerosi sono infatti i gruppi e le associazioni che animano la vita della comunità ecclesiale, vivendo come un’unica famiglia che testimonia e annuncia il Vangelo. Una comunità anche ricca di vocazioni, e non è facile trovarne a Roma.
In questi ultimi anni sono scaturiti dalla parrocchia cinque sacerdoti, un diacono permanente che, come accennato, ha assistito il Papa durante la celebrazione della Messa, e una monaca di clausura. A tener unita questa realtà è il Consiglio pastorale, formato dai rappresentanti di tutti i gruppi. Proprio con questo organismo è iniziato il dialogo di Giovanni Paolo II subito dopo la celebrazione dell’Eucarestia.
Il sig. Primo Tenedini ha presentato l’attività del Consiglio.
Giovanni Paolo II rispondendo ha augurato: “…che il vostro contributo e la partecipazione siano fruttuosi per tutta la comunità e in particolare per voi, perché è vero che chi dona riceve... questa infatti è l’economia divina e della grazia”. [ascolta]
L’incontro successivo è stato con i rappresentanti di tutti i gruppi e le associazioni che gli sono stati presentati dal parroco. Tra i fedeli erano presenti alcuni nomadi i cui bambini seguono un corso di alfabetizzazione nei locali della parrocchia. Il Papa nel suo pensiero ha insistito che ogni gruppo si sforzi a vivere in pienezza la propria spiritualità. [ascolta]
Vedendo le molte terziarie presenti ha rivolto ad esse un esplicito riferimento: “…c’è ad esempio la spiritualità carmelitana che ha il suo segno visibile nello scapolare carmelitano, che io porto da tanti anni...”. Non ha taciuto anche le altre spiritualità: “…poi c’è la spiritualità neocatecumenale e di altri gruppi. Altri programmi, altre spiritualità; ma tutti contribuiscono al bene comune della chiesa…Come membra del Corpo mistico di Cristo, tutti riceviamo impulsi, grazie e carismi diversi. Tutto questo - ha insistito il Papa - deve contribuire all’insieme, allo sviluppo di ognuno e di tutti”. [ discorso ai laici]

L’incontro con i giovani
In ultimo il Papa ha incontrato nel teatro della parrocchia i giovani del quartiere. Un incontro particolare, pervaso da un clima di spiritualità. Uno di essi, Alessandro, ha presentato a Giovanni Paolo II la realtà della comunità giovanile di Torre Spaccata: anzitutto la gioia, ma accanto anche la disoccupazione, la mancanza di punti di aggregazione nel quartiere, i difficili spostamenti per la scuola e il lavoro, la tossicodipendenza: “…ma al di là di questi problemi umani, il vero grosso problema di noi giovani è la ricerca di Cristo, perché vogliamo dare un senso e un impegno alla nostra vita...”.
Il Papa ha ascoltato con attenzione le parole dei giovani che hanno concluso con un canto che diceva così: “Solo tu stavi aspettando il mio ritorno. Solo Tu mi hai visto da lontano e mi sei corso incontro. Solo tu hai reso la mia vita come una canzone”.
Rispondendo il Papa ha insistito sull’essere orgogliosi della fede e di andare avanti come generazione nuova che ha ricevuto la fede, la vive e la trasmette. Ha avuto un particolare riferimento per le vocazioni: “Mi piace sottolineare il fatto che nella vostra comunità parrocchiale giovanile ci siano vocazioni: una giovane ha letto una lettera di una coetanea che inizia la vita religiosa come claustrale. Penso che la vostra vita, la giovinezza, è il momento in cui si definiscono le vocazioni e la vocazione è sempre una cosa personale: vocazione vuol dire che Dio ci chiama. E chiama ciascuno di noi a un ministero, ad una professione, a un impegno preciso. Vi auguro di sentire bene questa chiamata del Signore in modo da definire la vostra vocazione. Tutto questo è profondamente connesso con il problema centrale della vita umana che è la ricerca di senso... il senso della propria vita si trova in Cristo”. [ leggi - ascolta]

Il saluto conclusivo
Concluso l’incontro con i giovani, il Santo Padre si è intrattenuto con i Padri Carmelitani ai quali è affidata la parrocchia.
Prima di lasciare Torre Spaccata, Giovanni Paolo II ha salutato dal piazzale antistante la chiesa i fedeli che vi erano radunati. Li ha ringraziati per aver ben organizzato le celebrazioni del venticinquesimo anniversario, augurando altrettante analoghe celebrazioni. ascolta


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