particolare della vetrata dell'abside della parrocchia foto del papa Giovanni Paolo secondo che incorona la statua della Madonna "La Parrocchia è una casa di fratelli, resa accogliente dalla Carità"
Giovanni Paolo II alla Comunità di Torre Spaccata

Diocesi di Roma
S. MARIA REGINA MUNDI
Padri Carmelitani della Provincia Italiana
[sei in: CULTURA/primo piano]

PRIMO PIANO: un argomento per discutere e confrontarsi nel FORUM parrocchiale
LA CAMPAGNA "BANCHE ARMATE"

logo campagnaLanciata nel 2000 in occasione del Giubileo, su iniziativa di tre riviste cattoliche legate ai temi della pace, della missione e dei rapporti Nord-Sud del mondo (Missione Oggi dei missionari saveriani, Nigrizia dei missionari comboniani e Mosaico di Pace di Pax Christi), la campagna “Banche armate” ha cercato, fin dal suo inizio, di perseguire un duplice scopo: da un lato favorire un controllo attivo dei cittadini sulle operazioni di appoggio delle banche al commercio delle armi, dall’altro fornire informazioni per un ripensamento dei criteri di gestione dei propri risparmi.
E’ interessante rileggere il manifesto con il quale fu promossa la campagna:

…L’appuntamento del Giubileo, che vuole essere un momento di conversione autentica, può diventare l’occasione per fare chiarezza e cambiare strada anche sui risparmi.
Questo è possibile se le diocesi, le parrocchie, le comunità religiose, i singoli credenti e tutte le persone di buona volontà chiederanno esplicitamente alle banche presso cui hanno i propri depositi se sono o meno coinvolte nel commercio delle armi.
Nell’indire il Giubileo il Papa dice: “Devono essere eliminate le sopraffazioni che portano al predominio degli uni sugli altri. Esse sono peccato e ingiustizia. Chi è intento ad accumulare tesori solamente sulla terra (crf. Pt. 6,19) non arricchisce davanti a Dio”.
Mentre sono in atto, anche nella chiesa italiana, importanti iniziative tese alla riduzione del debito dei paesi poveri, siamo convinti che questo non basta. Non è difficile ipotizzare che i fondi che si raccolgono per opere di carità, per condonare il debito e per altro, vengano poi depositati in banche che investono quegli stessi soldi nel traffico di armi. La tentazione di ‘mammona’ è forte per tutti.
Spesso le banche offrono alle parrocchie condizioni particolarmente favorevoli.
Crediamo sia moralmente doveroso chiederci come e dove investono questi istituti bancari.
Se è vero che il sistema economico, le “strutture di peccato” si basano sul consenso dei singoli, è importante riscoprire la responsabilità che ognuno ha nell’appoggiare o meno questo sistema. Non possiamo accettare il criterio che avendo dei soldi li dobbiamo far fruttare al meglio senza interrogarci sul modo.
Sarebbe un forte richiamo alle coscienze, se le varie realtà ecclesiali si muovessero in questa direzione, interrogandosi al loro interno (consigli pastorali e consigli per gli affari economici) e indirizzando alle banche una lettera pubblica. Sarebbe un gesto profetico per testimoniare che ci sta a cuore prima di tutto il Vangelo….

In questi anni sono state numerose le azioni di singoli e associazioni che, rispondendo all’invito dei promotori della campagna, hanno inviato alla propria banca una lettera chiedendo chiarificazioni in merito alle operazioni di appoggio all’export di armi italiane documentate dai dati forniti dalla relazione prevista dalla legge 185/90. Secondo questa legge, il Presidente del Consiglio è tenuto a presentare al Parlamento una relazione dettagliata sulle operazioni di vendita di armamenti italiani all’estero: autorizzazioni governative al commercio di armi italiane, paesi destinatari, contenuto, ammontare della fornitura e istituzioni bancarie attive nelle operazioni.
La legge 185/90 è una normativa tra le più severe a livello internazionale e i promotori della campagna hanno individuato un “interstizio” sul quale fare pressione: gli istituti bancari.
La campagna intende far sentire alle banche la voce dei cittadini, delle associazioni e delle istituzioni che chiedono responsabilità etica e sociale alle proprie banche e invita tutti i cittadini a prendere coscienza che i soldi (al di là dell’importo), anche se depositati in banca, sono loro e che quindi possono chiedere alle banche di uscire dal mercato delle armi.

A sei anni da lancio, c’è bisogno di ridare attualità alla campagna che, inaspettatamente, proprio dal mondo ecclesiale non ha avuto la risposta che ci si attendeva.
Eppure, proprio ai parroci, ai vescovi e ai responsabili degli istituti religiosi si rivolgeva l’appello che ha inaugurato il percorso teso a far chiarezza su come le banche impiegano i soldi e su come ciascuno di noi indirizza i propri risparmi.
Il Convegno ecclesiale nazionale di Verona dell’ottobre scorso, è stato un nuovo momento di impegno e di rinnovato invito a “scegliere con maggiore oculatezza e attenzione le banche presso cui depositare i propri risparmi o alle quali chiedere contributi per finanziare iniziative”.

Anche noi, pensando di fare una cosa utile, vogliamo proporre una riflessione e alcune domande che ci interrogano come comunità cristiana e come singoli credenti.
Eravamo a conoscenza di questa campagna? Come e quando ne abbiamo sentito parlare?
Pensiamo sia qualcosa che ci tocchi in prima persona? Perché?
Cosa ci ha colpito di più? E, cosa più importante, cosa pensiamo di fare adesso?
“Primo Piano” aspetta i vostri commenti e le vostre risposte. [manda una e-mail]

Link
[esterno] www.banchearmate.it: sito della campagna dove confluiscono tutti dati raccolti corredati da precise analisi e dove si possono trovare molti altri documenti per l’approfondimento.

Parrocchia S. Maria Regina Mundi - Via Alessandro Barbosi, 6 - 00169 - Torre Spaccata - Roma
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