particolare della vetrata dell'abside della parrocchia foto del papa Giovanni Paolo secondo che incorona la statua della Madonna "La Parrocchia è una casa di fratelli, resa accogliente dalla Carità"
Giovanni Paolo II alla Comunità di Torre Spaccata

Diocesi di Roma
S. MARIA REGINA MUNDI
Padri Carmelitani della Provincia Italiana
[sei in: CULTURA/semo romani]

POESIE IN DIALETTO ROMANESCO DI P. LUCIO

In occasione della visita del Papa Benedetto XVI al Campidoglio, su invito del Sindaco Gianni Alemanno, che si terrà il 9 marzo 2009.

Er Papa che salisce ar Campidojo
è un fatto che te lassa senza fiato,
perché stavorta sòrte for dar sojo,
pe creanza che tiè ‘n bon vicinato.

Er Sinnaco e la giunta co l'orgojo
jànno fatto un invito, er più accorato,
perchè Roma -se sà - vojo o nun vojo,
nun pò fà propio a meno der Papato.

Roma, tu ciài auto drento ar petto
la forza pe portà la civirtà.
Mò che Pietro t’ha messo er su' zucchetto,

ETERNA Iddio t’ha fatto addiventà.
Accoji allora Papa Benedetto
che viè pe benedìtte e ringrazzià!

campidoglioIl 26 febbraio 2009, in occasione del tradizionale appuntamento, che all'inizio della Quaresima, il Papa accorda ai Parroci e ai Sacerdoti della diocesi di Roma, p. Lucio non si è lasciato sfuggire l'occasione per dedicargli una nuova poesia in romanesco.

...Nell’incontro non sono mancati momenti simpatici come quando un parroco del quartiere della Casilina ha declinato un sonetto in romanesco per celebrare la prossima visita di Benedetto XVI in Campidoglio.
Una poesia che il Santo Padre ha particolarmente gradito:
"Grazie! Abbiamo sentito parlare il cuore romano, che è un cuore di poesia. E’ molto bello sentire un po’ di romanesco e sentire che la poesia è profondamente radicata nel cuore romano. Questo forse è un privilegio naturale che il Signore ha dato ai romani, è un carisma naturale che precede i privilegi ecclesiali."
(da Radio Vaticana)

A corollario della visita del Papa, segnaliamo che p. Lucio è stato invitato dalla Radio Vaticana a commentare l'evento dai microfoni della radio e che al termine della visita, lo stesso, consegnava al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la pergamena con la poesia; il Sindaco si complimentava, assicurando p. Lucio che "la avrebbe fatta incorniciare".

 


In occasione della rinuncia del ministero petrino da parte di Papa Benedetto XVI.

HABEBAMUS PAPAM!
(AR PAPA CHE SORTE, BENEDETTO XVI)

So’ rimasto de stucco! Che sconforto
ner sentì ch’ha deciso de mollà.
Er Papa, a Roma, o è vivo oppuro è morto:
nun ce sò vie de mezzo da inventà.

Si more un Papa ne viè un’artro”: è tosto,
ma mò nun vale più: come diremo?
“Ogni morte de Papa” ... ma all’opposto
‘sto Papa campa: che ce inventeremo?

Ma er core a noi ce dice de fidasse,
‘sto Papa… lui lo sa quello che fa.
prima ch’er tempo se lo buggiarasse,
s’è aritirato solo e in umirtà.

E la Fede me dice da che esisto,
che la Barca de Pietro nun s’affonna;
ché, Papa doppo Papa, è sempre Cristo,
a manovrà er timone e a sfragne l’onna.

Roma, 13 febbraio 2013
P. Lucio Maria Zappatore


Continua la produzione di p. Lucio; questa volta l'occasione è la catechesi di papa Francesco al Convegno della Diocesi di Roma.
Il brano del discorso del S. Padre: “Nel Vangelo è bello quel brano che ci parla del pastore che, quando torna all’ovile, si accorge che manca una pecora, lascia le 99 e va a cercarla, a cercarne una. Ma, fratelli e sorelle, noi ne abbiamo una; ci mancano le 99! Dobbiamo uscire, dobbiamo andare da loro!... E’ più facile restare a casa, con quell’unica pecorella! E’ più facile con quella pecorella, pettinarla, accarezzarla… ma noi preti, anche voi cristiani, tutti: il Signore ci vuole pastori, non pettinatori di pecorelle... pastori”!

LA PECORELLA SPETTINATA

“Sor curà, come tutte le matine
so’ ita a Messa, ho fatto la preghiera.
Mica so’ come l’artre figurine
che nun pregheno mai, nemmanco a sera.”

Potemo da contà le coroncine?”
“No, oggi ciò da fà.” “Vabbè: stasera?”
“No”, “Domani?” “Ahò! Co ‘ste manfrine…
da oggi muta er modo e la magnera.

Er Papa cià mannato a ricercà
“noventenove”(*) pecore sbannate.
Cià detto de lassà quelle imbucate
sempre in parrocchia a fasse pettinà.”

“E a te, te pare bella ‘sta penzata?”
“Er Papa è er Papa… e tu nun mormorà.
Da oggi nun te devo più alliscià:
si resti, hai da èsse spettinata!”

(*) Il S. Padre non riusciva a dire correttamente questo numero)

Roma, 19 giugno 2013
P. Lucio Maria Zappatore

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