particolare della vetrata dell'abside della parrocchia foto del papa Giovanni Paolo secondo che incorona la statua della Madonna "La Parrocchia è una casa di fratelli, resa accogliente dalla Carità"
Giovanni Paolo II alla Comunità di Torre Spaccata

Diocesi di Roma
S. MARIA REGINA MUNDI
PP. Carmelitani della Provincia Italiana
[sei in: ATTIVITÀ/cronache 2009-2010]

PASQUA 2010

Abbiamo chiesto a fra Francesco di raccontarci le sue impressioni sulla Settimana santa vissuta per la prima volta nella nostra comunità.

Cristo è risorto! E’ veramente risorto!
Con questa esclamazione di gioia e di speranza abbiamo concluso il cammino del triduo pasquale che ci ha portato a rivivere e a rendere presente oggi per noi il grande mistero della Passione-Morte-Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Centro e culmine di tutta la nostra esperienza personale di fede ma anche del nostro essere comunità di fedeli che vuole camminare sempre più e sempre meglio verso l’incontro con Dio, il Dio di Gesù Cristo.
Per noi cristiani, allora, il tempo del triduo pasquale è un tempo particolare di grazia in cui, aiutati e guidati da una specifica liturgia, siamo chiamati a fare memoria del supremo gesto di amore che Dio ci ha lasciato nella persona di Gesù.

Più in concreto per ogni comunità parrocchiale questi giorni rappresentano un condensato di attività (celebrazioni, momenti di preghiera, via crucis…) alle quali si aggiungono lavori più pratici come, ad esempio, l’addobbo, la pulizia e la preparazione della chiesa per i vari momenti liturgici.
Da tutto ciò la nostra parrocchia non ne è certo rimasta immune…. anzi. Direi che ce n’è stato veramente per tutti i gusti!

All’inizio trovandomi davanti ad una così gran mole di lavoro, la domanda che mi è sorta spontanea è stata: sarò capace di non farmi travolgere da tutto ciò che si “deve fare” e riuscirò a farmi toccare il cuore e la mente da Cristo risorto che vuole stravolgermi la vita?
Dico la verità ero un po’ timoroso, pensavo mi sarei ritrovato alla fine di tutto senza neanche rendermi conto di quello che stavo vivendo. Ringraziando Dio, però, posso dire che è stato un pericolo scampato. Direi anzi che è stato il processo inverso, il ritrovarsi insieme a tante altre persone per celebrare, ma anche solo per preparare, pulire, sistemare è stato per me uno spazio e un tempo in cui ho potuto toccare con mano insieme la gioia e la bellezza del costruire comunità.

Già a partire dalla celebrazione del giovedì sera mi sono accorto del clima nuovo, particolare che si respirava nella nostra parrocchia, si leggeva nel volto di tutti la voglia di voler vivere in pienezza ogni momento e in qualche modo di farci carico gli uni della fatica degli altri. Ognuno con le sue capacità e nel rispetto del suo ruolo ha saputo dare il suo contributo. Senza voler esagerare mi sento di poter dire che in fondo abbiamo aggiunto un mattoncino nel nostro cammino per essere sempre più “comunità”.
Sarebbe bello se lo spirito di condivisione che ha contraddistinto questi giorni così particolari diventasse una costante del nostro stare insieme come fratelli in viaggio verso un’unica meta.
In conclusione questo è proprio l’augurio che mi sento di fare per tutti noi, che possiamo veramente diventare una comunità capace di saper sprigionare quell’amore che Gesù per primo ci ha donato con il gesto supremo del sacrificio della sua stessa vita.
Fra Francesco

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